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    09 Lug 2013

    Le nuove regole sui fallimenti bancari

    Durante l’Ecofin del 27 e 28 giugno 2013 i  capi di stato dei 27 paesi membri UE hanno trovato un accordo sulle modalità di risanamento da avviare, nell’ipotesi di fallimento di un istituto finanziario.  Il meccanismo non si allontana molto dall’esperienza di Cipro; la regola di base sarà che, se una banca fallisce, interverranno per il salvataggio in prima battuta gli azionisti, poi gli obbligazionisti e, infine, i depositanti con giacenze superiori ai 100 mila euro.

    Alla luce di queste misure, che entreranno in vigore a partire dal 2018, non è  più corretto parlare di bail–out delle banche (ossia salvataggio a carico dei contribuenti) ma di  bail–in, poiché il salvataggio diventa un onere dei privati (azionisti e creditori della banca) chiamati a coprire fino all’8% delle passività totali. Nel programma, inoltre, è stabilito che ogni Stato debba dotarsi  di  un fondo di liquidazione, con una dotazione pari all’0.8% dei depositi garantiti, che servirà a garantire fino al 5% delle passività, ciò al fine di  scongiurare il ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), il quale interverrà solo in casi eccezionali.

    Soddisfatto di questa proposta il ministro delle Finanze Saccomanni che ritiene si sia raggiunto “un buon compromesso nella direzione dell’Unione bancaria che contribuisce a spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario”. Se una banca fallisce, il Paese a cui fa capo, non sarà costretto ad emettere ulteriore debito sovrano o chiedere sacrifici ai propri contribuenti.

    Dal lato degli investitori è invece richiesta una maggiore assunzione di responsabilità nello scegliere la banca dove effettuare investimenti (azioni, obbligazioni) o detenere della disponibilità liquide, in quanto in caso di ricorso al bail-in, saranno i primi a partecipare in solido alle perdite. Da qui la necessità per ciascun risparmiatore–investitore, che intenda avviare un rapporto con un istituto di credito, di svolgere una accurata valutazione circa la solidità patrimoniale dello stesso,  la sua capacita di far fronte agli impegni finanziari assunti e le strategie aziendali.

    In particolare, per coloro che hanno la necessità di depositare capitali rilevanti, diventa imprescindibile la diversificazione del rischio dividendo i propri risparmi presso più istituti fidati, senza mai  superare la soglia di 100 mila euro, per la quale vige  la garanzia del Fondo Interbancario Tutela depositi.

    Il risparmiatore che desidera affrontare i prossimi mesi in serenità e intende parcheggiare, fino a fine anno la propria liquidità ricevendo un rendimento interessante, può attivare un conto deposito a 6 mesi ; attualmente  tra le proposte più competitive primeggia il tasso lordo annuo pari a 3.80% del conto Eurodeposit di Privat Bank, ma molto vantaggiosa è anche l’offerta di Chebanca! la quale, per i nuovi clienti o per la nuova liquidità, riconosce in via anticipata interessi pari al 3.50% lordo annuo; un rendimento un pochino inferiore, pari a 3.40% lordo annuo è erogato sul conto deposito Sicuro di Banca Marche. Per conoscere il conto di deposito migliore: www.contosulconto.it


    Pietro Di Lorenzo - Fondatore www.contosulconto.it
    Email: p.dilorenzo@contosulconto.it
    Twitter: @contosulconto