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    06 Lug 2012

    La sfida fra conti deposito e pronti contro termine

    La riforma della tassazione sulle rendite finanziarie ha armonizzato al 20% l’aliquota per la gran parte degli strumenti di investimento, uniformando così l’imposta per i conti deposito, che fino al 2011 era del 27%, con quella dei Pronti Contro Termine, che erano tassati al 12,5%. Questo ha reso più competitivi i conti deposito che sembrano una soluzione più vantaggiosa dei Pct sotto diversi punti di vista.

    Entrambi i prodotti sono una eccellente soluzione per investire liquidità a breve termine ma si differenziano in maniera significativa per alcuni aspetti. In primis è bene sapere che con una operazione di pronti contro termine il cliente acquista dalla propria banca strumenti finanziari di natura obbligazionaria (spesso emessi dalla stessa banca) e si impegna a rivenderli allo stesso intermediario, ad una scadenza futura stabilita, ad un prezzo prefissato pari a quello a pronti maggiorato degli interessi pattuiti maturati nel frattempo.

    Con questa operazione il risparmiatore non ha la protezione del fondo interbancario di tutela dei depositi ed è quindi sottoposto al rischio controparte (ovvero il default della banca) e al rischio  emittente ovvero il pericolo che la società che ha emesso i titoli sottostanti fallisca. I conti deposito sono invece garantiti dal FITD, che in caso di fallimento della banca rimborsa ogni depositante fino a 100 mila euro.

    Sia i Conti deposito vincolati che i Pct non prevedono generalmente la possibilità di interrompere l’investimento prima del termine concordato mantenendo gli interessi pattuiti. In realtà la maggior parte dei Pronti Contro Termine, consentono di concludere l’investimento in anticipo senza riconoscere gli interessi anticipati anche se talvolta non è proprio prevista questa possibilità per il cliente o addirittura è contemplata una penale.

    Sui conti di deposito vincolati, invece, il cliente che preleva in anticipo in tutto o in parte il denaro riceve spesse volte un rendimento minimo e comunque quasi mai riceve una penale (eccetto nel caso di ContoInCreval, Time deposit di Credem, Deposito Vincolato Certo di Banca Etruria) e poche volte viene impedito lo svincolo anticipato (solo su Ibl banca, Rendimax, Cash park Vincolato di Fineco, Conto forte di banca medio credito, Time deposit di Unipol). Naturalmente in caso di apertura di conti di depositi liberi si può fruire della liquidità immediatamente, a fronte di un rendimento offerto più basso.

    Ulteriore differenza è rappresentata dal fatto che per aprire un conto di deposito non è indispensabile un dossier titoli mentre lo è per i pronti contro termine; in entrambi i casi si applica l’imposta di bollo proporzionale sui depositi (1 per mille nel 2012, 1,5 per mille nel 2013) che però, su alcuni conti di deposito viene pagata dalla banca nel 2012 (Bccforweb, Rendimax, Banca Sistema, You banking e Ibl). Inoltre è necessario far attenzione a eventuali costi fissi (talvolta occulti) che vengono applicati sui conti titoli. Anche sul fronte dei rendimenti,  i conti di deposito sembrano più redditizi offrendo tassi lordi intorno al 4.7% per vincoli di 12 mesi (Dolomiti Direct, Bcc For web, Banca Sistema ecc) e superiori al 3% lordo per depositi liberi (Rendimax like,  Conto Deposito Web Open ContoForte di BancaMediocredito FriuliVenezia Giulia ecc).


    Pietro Di Lorenzo - Fondatore www.contosulconto.it
    Email: p.dilorenzo@contosulconto.it
    Twitter: @contosulconto